Un momento della tavola rotonda in cui si è parlato a lungo di tecnologia, fragilità e sostenibilità.
Si informa che lunedì 21 ottobre 2024 sarà somministrato a tutti i pazienti mielolesi il questionario WHOQOL-BREF nell’ambito del progetto “Qualità di vita nel paziente con mielolesione in fase cronica ricoverato presso MRI” (immagine creata con IA).
Si informa che lunedì 21 ottobre 2024 sarà somministrato a tutti i pazienti mielolesi il questionario WHOQOL-BREF nell’ambito del progetto “Qualità di vita nel paziente con mielolesione in fase cronica ricoverato presso MRI”. L’iniziativa, di rilevanza clinica e scientifica, mira a valutare le condizioni di vita delle persone affette da mielolesione cronica, considerando diversi aspetti legati alla salute fisica, psicologica, alle relazioni sociali e all’ambiente in cui vivono.
La partecipazione al questionario permette di raccogliere informazioni preziose che contribuiranno a sviluppare strategie future di miglioramento e personalizzazione delle cure, promuovendo condizioni che sostengano al meglio il percorso riabilitativo e post-riabilitativo dei pazienti.
L’Istituto coglie l’occasione per comunicare che, in osservanza delle disposizioni previste dalla legge 22 febbraio 2000, n. 28 e s.m. e dal Codice di autoregolamentazione di cui al DM 8 aprile 2004 in vista delle elezioni amministrative regionali di novembre in Emilia Romagna (par condicio), è fatto divieto a tutte le amministrazioni pubbliche, fino al 18 novembre compreso, di svolgere attività di comunicazione.
Sono tuttavia ammesse informative strettamente necessarie per l’efficace svolgimento delle funzioni istituzionali.
Un successo il corso di pilotaggio per pazienti ed ex-pazienti | Già conseguite le prime patenti per pilotaggio anche in ambito urbano | Contributo della Fondazione Montecatone Onlus grazie al progetto “Formazione lavoro alle professioni del futuro”
Pilotare un drone per pura passione o per intraprendere un nuovo percorso professionale: queste le due principali opportunità offerte dal corso svoltosi al Montecatone Rehabilitation Institute realizzato grazie al coinvolgimento di Seneca, Ente di Formazione Professionale contraddistinto dall’impegno in progetti di innovazione sociale e alla collaborazione di HITO, una realtà nata dalla fusione delle professionalità acquisite in ambito aeronautico e delle neuroscienze.
«La proposta di realizzarlo – sottolinea Roberta Vannini, coordinatrice della Terapia Occupazionale del MRI –era giunta da alcuni ex pazienti già qualche anno fa: l’attività, di per sé accattivante da un punto di vista ricreativo ma anche potenzialmente utile a fini lavorativi, non presenta controindicazioni per le persone in carrozzina, purché minimamente in confidenza con l’utilizzo di un pc. Il Covid, come per tante altre cose, ci aveva fermati; pertanto, quando è arrivata Seneca a proporci di realizzare un modulo formativo di questo tipo, ci ha trovati molto interessati. E la risposta è arrivata subito anche dai pazienti: una quindicina gli iscritti, di cui dieci hanno direttamente acquisito la patente di primo livello, che consente di pilotare droni anche in ambito urbano».
Enrico Lo Certo, paziente che ha seguito il corso acquisendo la patente spiega di essersi «iscritto per curiosità e al momento penso ad un uso ludico – ma il corso offre anche tutte le basi per chi vuole dedicarsi ai droni anche a titolo professionale; esperienza che ho trovato affascinante – dice – soprattutto per la parte pratica, e che consiglio di riproporre in futuro».
Secondo Renzo Colucci, Direttore Generale di Seneca «negli ultimi anni la nostra scelta è stata quella di ricercare collaborazioni con gli altri soggetti del territorio più avanzati, per offrire opportunità di formazione che tengano conto dell’evoluzione sociale. Sono felice di aver avuto l’intuizione insieme ai professionisti di HITO di proporre questo corso all’Istituto di Montecatone, dove ho trovato negli intendimenti e nei programmi e lungo termine della Direzione generale, un fortissimo orientamento alla sperimentazione di soluzioni innovative. Questa prima edizione ci ha permesso di validare l’idea di un corso ad hoc rivolto a chi si trova ricoverato; non vediamo l’ora di metterci nuovamente a tavolino insieme agli amici di Montecatone per rifinire i dettagli che ci permetteranno di proporre un nuovo modulo ancora più ritagliato sulle esigenze dei destinatari, tenendo in considerazione le difficoltà specifiche di chi ha limitazioni agli arti superiori e le tempistiche tipiche di una mattinata ospedaliera».
Giuseppina Iorio, neurochirurgo e responsabile scientifico di HITO, ha aggiunto che «grazie all’intesa con Seneca, abbiamo avuto il piacere di incontrare i degenti e creare con loro un’atmosfera che ci ha coinvolti tutti, non solo come classe, ma come gruppo operante per un unico scopo. Ci siamo scambiati emozioni e siamo riusciti a rendere tutti coesi e motivati a conseguire l’obiettivo. Lo scopo del nostro lavoro è stato quello di creare un ambiente stimolante e coinvolgente oltre che far conseguire solo una licenza professionale».
Anche per la Fondazione Montecatone Onlus, che si è fatta carico degli oneri di questo primo modulo formativo grazie al progetto Formazione lavoro alle professioni del futuro finanziato dalla Fondazione Cattolica Assicurazioni, il corso droni è stato un successo. «Per noi – sottolinea il Presidente Marco Gasparri – la sfida quotidiana è offrire alle persone ricoverate occasioni in cui sperimentare quanta vita c’è, anche dopo una disabilità importante. Il corso di pilotaggio dei droni è l’ultimo anello di una catena di laboratori e uscite, che organizziamo insieme agli operatori di Montecatone ed ai volontari, con lo scopo di far riscoprire il senso della possibilità; certamente guardare il mondo dall’alto con un drone è un modo eccellente per allenarsi a guardare la vita con occhi nuovi».
L’Istituto ha potuto usufruire di un paio di postazioni di telepresenza AWABOT che hanno messo in contatto mondi distanti tra loro ma legati, in fondo, dal filo rosso ferrarista e della passione per i motori.
🏎️ I nostri pazienti “nel paddock” al fianco di piloti e celebrità che nei weekend animano abitualmente il circus della Formula 1: è accaduto all’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola nel lungo fine settimana romagnolo della velocità, grazie all’iniziativa di Formula 1 Administration in occasione del GP del Made in Italy e dell’Emilia-Romagna.
🏎️ L’Istituto, infatti, ha potuto usufruire di un paio di postazioni di telepresenza che hanno messo in contatto mondi distanti tra loro ma legati, in fondo, dal filo rosso ferrarista e della passione per i motori. Un’interazione digitale resa possibile, in autodromo e MRI, da “robottini” teleguidati di AWABOT – società che fornisce il servizio alla F1 – che ha prestato assistenza in entrambe le location mettendo gli appassionati a proprio agio anche rispondendo a quesiti tecnici nonostante il cerimoniale imponesse tempi molto stretti.
🏎️ Ma procediamo con ordine: giovedì spazio agli incontri con i piloti delle scuderie Visa Cash App RB (Yuki Tsunoda e Daniel Ricciardo) e Aston Martin Aramco Formula One Team (Fernando Alonso e Lance Stroll), che hanno interagito con i pazienti rispondendo a domande e informandosi su di loro. Molto toccante il ringraziamento che da MRI è stato rivolto al giapponese che un anno fa ha partecipato alle attività di ripristino a Faenza, colpita pesantemente dall’inondazione. Lo stesso Tsunoda ha a sua volta ringraziato le migliaia di persone che hanno contribuito alla ripresa. Alonso, in un perfetto italiano, oltre a rispondere alle domande, si è anche fermato a parlare di calcio.
🏎️ Domenica, invece, telepresenza e approfondimento con l’ex ferrarista Jean Alesi, intrattenutosi a lungo. Tante, davvero tante le personalità con cui i pazienti dell’Istituto hanno potuto interagire: Domenico Berardi calciatore del Sassuolo e della Nazionale, Matteo Bobbi, Ivan Capelli e Vicky Piria del Team SkyF1, Stefano Domenicali patron della F1, Andrea Ferrari, preparatore e fisio di Charles Leclerc del Scuderia Ferrari HP Irina Sabalenka n. 2 al mondo della classifica WTA, ospite del team Haas F1, finalista a Roma, Davide Valsecchi ex pilota e ora commentatore TV e Federica Masolin volto SkySportF1. Saluti e incitamento da Lewis Hamilton Max Verstappen e Charles Leclerc durante la cerimonia pre-partenza. L’iniziativa è stata molto apprezzata sia dai pazienti sia dai familiari, un’esperienza senz’altro da riproporre!
Ulteriore passo avanti nel miglioramento del percorso terapeutico-riabilitativo dei pazienti: è stato infatti acquisito un apparecchio per l’ossigeno ozono terapia particolarmente utile nella prevenzione e cura delle infezioni.
Ulteriore passo avanti, in Istituto, nel miglioramento del percorso terapeutico-riabilitativo dei pazienti: è stato infatti acquisito, grazie alle attività della Fondazione Montecatone Onlus, che ha promosso una raccolta fondi, un apparecchio per l’ossigeno ozono terapia – del valore di circa diecimila euro – particolarmente utile nella prevenzione e cura delle infezioni.
«Uno strumento tecnologico – commenta Monika Zackova, direttore dell’Area Critica al MRI – che ci consentirà di risolvere i casi di infezioni gravi, secondarie alla diffusione di batteri multi-resistenti definiti anche killer per la loro difficile eradicazione».
L’acquisto dell’apparecchiatura è frutto della disponibilità di Jana e Luigi Campedelli, titolari del Ristorante Onda Blu di San Mauro Mare e della cena di beneficenza da loro organizzata (un centinaio i partecipanti) che ha consentito di raccogliere la somma donata poi alla Fondazione. All’evento erano presenti, tra gli altri, il Commissario Straordinario di MRI, Mario Tubertini, il Presidente della Fondazione Montecatone Onlus, Marco Gasparri, la stessa Zackova ed Eric Delmestro, medico anestesista e rianimatore di Area Critica. Insieme, hanno descritto le finalità del progetto Vinciamo l’antibiotico resistenza che, grazie all’acquisizione della nuova attrezzatura, è divenuto realtà. «Trovo straordinario – ha detto Zackova al proposito – che a sostenere l’Istituto vi siano anche nostri ex pazienti, come Luigi Campedelli, che ha sostenuto fortemente questo progetto».
Sempre secondo Zackova «l’utilizzo dell’apparecchiatura a livello sistemico determinerà una potentissima attività antisettica, antimicrobica, antiossidante e antinfiammatoria per la diminuzione dei fattori dell’infiammazione e dei radicali liberi; è, inoltre, un trattamento adiuvante per tutti i pazienti soprattutto nelle prime fasi, durante il ricovero in Area Critica con problemi a livello polmonare e difficoltà nella riabilitazione respiratoria. Inoltre, si determina un’azione neuro-protettiva verso il sistema nervoso».
Studi recenti hanno confermato l’utilità dell’apparecchiatura nelle patologie neurologiche acute come quelle secondarie ai gravi traumi cerebrali o midollari dove l’ozono permette una riparazione più veloce dei danni anatomici e una migliore riabilitazione a livello neurologico. «Va considerata anche l’importanza nel trattamento locale delle ricorrenti lesioni da decubito secondarie al prolungato allettamento; questa attività, come confermano numerosi studi – ha concluso Zackova – non presenta incompatibilità con l’utilizzo di altri farmaci».
MRI annuncia con grande soddisfazione l’avvenuta pubblicazione dell’articolo intitolato “Impact of Multidrug-Resistant Organisms on Severe Acquired Brain Injury Rehabilitation: An Observational Study” sulla prestigiosa rivista Microorganisms.
L’impegno, tradottosi in questo nuovo studio, condotto da un team di ricercatori dell’Istituto (Giovanna Barbara Castellani, Valentina Colombo, Stefano Clemente, Ivo Cassani, Paola Rucci ed Elisa Maietti, scomparsa alcuni mesi fa), evidenzia l’importanza cruciale della ricerca nella riabilitazione – con particolare riferimento a contesti di gravi lesioni cerebrali. Questo lavoro si aggiunge ad altri contributi significativi e consolida ulteriormente il ruolo di MRI nella promozione della conoscenza e delle pratiche avanzate nel campo della riabilitazione.
Tali sforzi sono resi possibili grazie alle attività di ricerca coordinate dalla professoressa Laura Calzà.
Come è cambiata o sta cambiando la neuroriabilitazione ospedaliera? La tematica, vasta e interessante, è stata trattata a Expo Sanità – nell’ambito di un incontro promosso dalla Casa dei Risvegli Luca De Nigris di Bologna – da Pamela Salucci, Direttore della struttura complessa Gravi Cerebrolesioni Acquisite al Montecatone Rehabilitation Institute (85 pazienti annui con una degenza media di 110 giorni circa ciascuno), ambito specifico su cui ha riferito.
«Il modello del PDTA regionale prevede tre fasi: quella acuta – dall’emergenza fino alla stabilizzazione delle funzioni vitali –, la post-acuta e quella degli esiti. Il modello applicato al MRI ci ha consentito, negli anni, di avere sempre più chiari gli obiettivi e l’outcome del paziente. La nostra attività, ora, è quella di proseguire nello studio e nel conseguente riconoscimento di indicatori prognostici e diagnostici affinché i target per singolo paziente possano essere identificati con sempre maggiore definizione. Due studi multicentrici ai quali partecipiamo vanno proprio in questa direzione».
Un modello che secondo Salucci deve ancora essere ampliato e consolidato soprattutto nella ricerca di un rapporto più stretto con il territorio. «Il ruolo dell’ospedale è rimanere a disposizione del paziente /familiare e dei colleghi del territorio – dice – in caso di necessità offrendo un contributo con una équipe esperta sulla gestione delle complicanze e delle cronicità attraverso gli ambulatori di neuroriabilitazione, specializzati sempre più nelle cronicità e nel trattamento delle complicanze. Negli anni abbiamo acquisito in questo senso maggiore expertise nel riconoscerle: idrocefalo, spasticità, necessità di interventi di chirurgia funzionale o impianto di infusori al Baclofene. Tutte cose che facciamo qui in Istituto. L’auspicabile avvio di un protocollo con i fisiatri territoriali e la successiva creazione di una rete consentirà al paziente domiciliato di individuare rapidamente complicanze e cronicità. Quindi, se del caso, di rientrare nella fase ospedaliera. Questo già avviene in ragione della nostra specializzazione. Vale la pena di lavorarci sopra per perfezionare i meccanismi».
Nella relazione di Salucci anche l’ingresso in neuroriabilitazione ospedaliera della robotica quale elemento di ulteriore progresso e personalizzazione dei protocolli, e il “dialogo” remoto con i pazienti al quale il Covid ha offerto un imprimatur decisivo. «Su tre livelli – ha detto la dirigente –: tramite tele consulto medico, dove la presenza del paziente non è sempre indispensabile; tele assistenza, che si prefigge di agevolare lo svolgimento corretto delle attività assistenziali, che sono praticate prevalentemente a domicilio direttamente dal paziente o da chi l’assiste, guidate a distanza da un professionista sanitario come un infermiere, un fisioterapista o un logopedista. Infine – ha concluso Salucci – la tele visita, con il professionista che interagisce a distanza, in tempo reale, con il paziente, anche con il supporto di un caregiver o di un operatore sociosanitario che si trovi vicino a quest’ultimo e la tele riabilitazione».
Focus sulla persona con lesione midollare anche in biblioteca comunale a Imola, dove è stato ospitato l’incontro SempreIO: storie di vita dopo la lesione midollare – inserito nel calendario cittadino Oltrelasiepe dedicato al benessere e alla promozione della salute globale dei cittadini.
Focus sulla persona con lesione midollare anche in biblioteca comunale a Imola, dove è stato ospitato l’incontro SempreIO: storie di vita dopo la lesione midollare – inserito nel calendario cittadino Oltrelasiepe dedicato al benessere e alla promozione della salute globale dei cittadini.
Mario Tubertini, commissario straordinario dell’Istituto, ha spiegato che «ogni anno in Italia sono circa 2.500 le persone che sviluppano una lesione midollare – a seguito di traumi o malattie; allo stato attuale della medicina, le conseguenze della lesione non sono reversibili; le conseguenze, permanenti, possono danneggiare le funzioni motorie, viscerali, respiratorie con pesanti limitazioni nell’autonomia e rischio di gravi complicanze». Da Giovanna Castellani, medico dell’Area Critica di Montecatone, le caratteristiche cliniche tipiche della lesione midollare, con le conseguenze per la salute e la vita delle persone e la tipologia di prestazioni che l’ospedale di Montecatone, eccellenza nazionale, può offrire ogni anno a circa 700 persone. Nella seconda parte dell’incontro alternanza di letture di poesie e brani di prosa, tratti dalle tre edizioni del concorso letterario SempreIO, promosso da Montecatone con l’obiettivo di attribuire valore alla voce dei protagonisti siano essi le persone ricoverate, i loro familiari, gli operatori o i volontari. Il concorso viene sostenuto fin dalla prima edizione dal Rotary Club di Imola.
Grande l’emozione nel sentire la viva voce degli autori Cristian Marotta (vincitore della sezione poesia nel 2023) e Romano Samorì (vincitore del concorso SempreIO nella sezione racconti 2022 e 2023).
Non di minore impatto le altre letture, a cura dei componenti della giuria del concorso – che hanno mostrato ai numerosi ed emozionati presenti uno spaccato, mai banale, di vita vissuta, interrogativi e rinascite. Ha concluso l’incontro il nuovo Direttore Sanitario di Montecatone, Simona Bianchi, che ha avuto modo di sottolineare la peculiarità di un ospedale in cui le persone trascorrono un periodo molto lungo, durante il quale devono fare i conti con un cambiamento radicale della loro esistenza.
Ogni anno circa 700 persone con lesione midollare provenienti da tutta Italia vengono curate a Montecatone, riconosciuto centro di riferimento a livello nazionale: molte di esse, spesso, rientrano a casa per ricominciare una nuova vita compatibile con la disabilità acquisita.
Ogni anno circa 700 persone con lesione midollare provenienti da tutta Italia vengono curate a Montecatone, riconosciuto centro di riferimento a livello nazionale: molte di esse, spesso, rientrano a casa per ricominciare una nuova vita compatibile con la disabilità acquisita. E il follow-up garantito dalla struttura è parte integrante di questo processo di rinascita.
Anche di questo si è parlato a Perugia nell’ambito delle iniziative dedicate alla celebrazione nazionale della Giornata nazionale 2024, organizzate dalla Federazione delle Associazioni Italiane delle Persone con lesione al midollo spinale (FAIP) cui ha partecipato anche una delegazione del nostro Istituto.
In questa chiave “post” va letto, ad esempio, il focus tenutosi sulla formazione necessaria per i professionisti e sulle migliori modalità migliori di cura nelle Unità Spinali, tra le quali cominciano ad emergere la telemedicina, l’assoluta necessità di fare rete tra le diverse Unità Spinali e il ruolo proattivo delle associazioni di persone con lesione midollare, proprio per non perdere mai di vista l’obiettivo della vita indipendente. Un “sodalizio” dentro cui si innesta anche la ricerca scientifica che, è stato detto, non può essere circoscritta ai temi seppur fondamentali della clinica ma deve necessariamente spaziare ai fattori di qualità della vita delle persone, tra cui primeggia l’accesso agli ausili più adatti e personalizzati.
Laura Simoncini, direttore dell’Unità Spinale a Montecatone, ha sottolineato l’importanza di una presa in cura condivisa tra tutti gli operatori che, ha detto, «intervengono dal momento della lesione midollare, alla gestione dell’emergenza, alla riabilitazione fino al ritorno a domicilio – come avviene con ottimi risultati nel Percorso Diagnostico Terapeutico Interaziendale che MRI da anni gestisce insieme all’azienda Usl di Bologna».
Importanti le testimonianze di diversi ex pazienti della nostra struttura, attivi sia nella Associazione degli Utenti Unità Spinale di Montecatone, sia come promotori di altre realtà associative regionali, tra cui si registra con soddisfazione la nascita di una nuova realtà in Abruzzo.
Domani una serie di lettura per celebrare la Giornata nazionale della persona con lesione al midollo spinale.
Si celebra oggi, 4 aprile, la «Giornata nazionale della persona con lesione al midollo spinale». Il nostro Istituto onorerà la ricorrenza domani, 5 aprile, con una lettura pubblica di brani scelti dalle tre edizioni del concorso letterario SempreIO (appuntamento alle 17.30 alla Biblioteca Comunale di Imola).
All’evento, inserito nel calendario di iniziative comunali Oltrelasiepe, concorrono il Rotary di Imola e la Fondazione Montecatone Onlus.
Si ricorda infine che fino al 31 maggio è possibile inviare racconti o poesie alla segreteria della Quarta edizione del concorso SempreIO. Tutti i dettagli QUI