Un team di medici del Montecatone Rehabilitation Institute ha presentato al recente convegno nazionale dell’Associazione Infermieristica per lo Studio delle Lesioni Cutanee (AISLeC) il proprio protocollo di gestione del paziente mieloleso affetto da ulcere cutanee.
Un team di medici del Montecatone Rehabilitation Institute ha presentato al recente convegno nazionale dell’Associazione Infermieristica per lo Studio delle Lesioni Cutanee (AISLeC) il proprio protocollo di gestione del paziente mieloleso affetto da ulcere cutanee.
«Il nostro protocollo – spiega il chirurgo Luca Negosanti – nasce da oltre dieci anni di esperienza condivisa e rappresenta uno dei più completi approcci nel panorama italiano». Il team di professionisti, composto anche da Siriana Landi, case manager delle Degenze Specialistiche e specialist wound care, e Chiara Poletti, referente fisioterapista, ha presentato un lavoro che ha suscitato grande interesse tra i partecipanti al convegno.
Negosanti sottolinea come la relazione abbia raccolto non solo l’attenzione dei colleghi, ma anche significativi riconoscimenti: «I commenti e le domande ricevute testimoniano l’accuratezza del nostro lavoro, che è il risultato della quotidiana collaborazione di tutti i professionisti del nostro istituto». Un ringraziamento che si estende a tutti i colleghi che contribuiscono ogni giorno alla realizzazione e al miglioramento continuo di questo protocollo.
In occasione della Giornata Mondiale delle Persone con Disabilità, oggi 3 dicembre, il Montecatone Rehabilitation Institute ribadisce il proprio impegno costante nel supporto e nella riabilitazione dei pazienti con lesioni midollari e cerebrali.
In occasione della Giornata Internazionale delle persone con Disabilità, oggi 3 dicembre, il Montecatone Rehabilitation Institute ribadisce il proprio impegno costante nel supporto e nella riabilitazione dei pazienti con lesioni midollari e cerebrali.
Il Commissario Straordinario, già Direttore generale, Mario Tubertini, spiega che «la struttura è da sempre in prima linea nel promuovere l’inclusione e il reinserimento sociale delle persone con disabilità. Quotidianamente il team di professionisti lavora con dedizione per offrire le migliori opportunità di riabilitazione e migliorare la qualità della vita dei nostri pazienti. In questi anni – aggiunge – abbiamo investito proprio in questa direzione: con la palestra robotica, il Life Bridge e la nuova radiologica, attrezzata tra l’altro con una risonanza magnetica 3Tesla. E tanto altro».
Sul fronte divulgativo e formativo scientifico, MRI ha recentemente organizzato il convegno RehabEvolution – Innovazione Tecnologica in Neuroriabilitazione, un’importante occasione di incontro per medici, ricercatori e esperti del settore. L’evento ha messo in luce le ultime innovazioni nella neuroriabilitazione e il ruolo della tecnologia, inclusa la robotica e l’intelligenza artificiale, nel futuro delle terapie riabilitative.
Tra le iniziative promosse in questi anni spicca anche il concorso letterario SEMPRE IO, giunto alla sua quarta edizione, che mira a valorizzare la creatività e l’espressione delle persone con disabilità. Inoltre, il progetto INCLUSION-E, realizzato in collaborazione con l’Associazione di Promozione Sociale RACESPORT, promuove l’inclusione attraverso attività sportive, evidenziando come la disabilità non debba limitare le opportunità di partecipazione sociale.
Sul fronte della ricerca, il team diretto dalla professoressa Laura Calà ha pubblicato negli ultimi anni studi su riviste internazionali, contribuendo significativamente all’avanzamento delle conoscenze nel campo della riabilitazione.
L’Istituto, centro di alta specialità accreditato, offre 158 posti letto per la riabilitazione intensiva, garantendo un approccio multidisciplinare e servizi specialistici all’avanguardia. L’importanza che riveste a livello nazionale è testimoniata oltreché da prestigiose collaborazioni (ACI, INAIL, IIT), anche dalla recente visita del ministro per le Disabilità, Alessandra Locatelli.
La diagnosi delle lesioni midollari sta per compiere un salto tecnologico rivoluzionario: lo ha spiegato la dottoressa Antonella Bacci, coordinatrice della neuroradiologia dell’Istituto di Riabilitazione di Montecatone
La diagnosi delle lesioni midollari sta per compiere un salto tecnologico rivoluzionario: lo ha spiegato la dottoressa Antonella Bacci, coordinatrice della neuroradiologia dell’Istituto di Riabilitazione di Montecatone, al convegno organizzato a Bologna dal nostro Istituto “svelando” le potenzialità di tecniche radiologiche all’avanguardia che promettono di cambiare radicalmente la comprensione dei traumi spinali. Lo ha fatto nella sua prolusione il cui titolo era “Revisione della letteratura sulle tecniche radiologiche avanzate per la valutazione del midollo spinale”.
Secondo Bacci le immagini mediche tradizionali hanno sempre nascosto più di quanto rivelassero sicché una lesione midollare sarebbe anche potuta apparire come un enigma: infiammatoria, neoplastica o ischemica? I confini sfumati lasciavano i medici con più domande che risposte. Ma oggi, grazie a innovative tecniche di risonanza magnetica, questo scenario sta cambiando rapidamente.
Protagonista di questa rivoluzione diagnostica è il “tensore di diffusione”, una tecnologia che osserva il movimento molecolare dell’acqua all’interno del tessuto midollare con una precisione fino a oggi inimmaginabile. Come una cartografia microscopica, ha spiegato ancora il medico, questo strumento traccia la “geografia” delle lesioni, distinguendo con estrema precisione quali danni siano reversibili e quali no.
Ma come funziona? Immaginatelo come un sistema di navigazione cellulare che misura come le molecole d’acqua si muovono all’interno del midollo spinale; in un tessuto sano, queste molecole seguono percorsi preferenziali, quasi come auto su un’autostrada. Quando sopraggiunge una lesione, questi “percorsi” vengono frammentati e il tensore di diffusione cattura esattamente questi cambiamenti.
Le mappe prodotte sono veri e propri paesaggi neurologici: color-coded, parametriche, capaci di rivelare dettagli invisibili alle tecniche convenzionali. Possono identificare demielinizzazione, perdita assonale, compromissione della sostanza grigia con una precisione chirurgica.
Secondo Bacci le implicazioni sono enormi. Per la prima volta, i medici possono non solo osservare una lesione, ma comprenderne la storia: quanto è grave, quali sono le possibilità di recupero, quale percorso riabilitativo sarà più efficace. La tecnologia può perfino predire l’evoluzione clinica confrontando i valori di diffusione con gli score neurologici.
Naturalmente, siamo ancora di fronte a una tecnologia in evoluzione. Le attuali limitazioni – come la necessità di macchinari altamente specializzati e la complessità nell’acquisizione delle immagini – rappresentano le sfide che i ricercatori stanno affrontando. Ma le prospettive sono entusiasmanti: dagli studi sulle cellule staminali al monitoraggio della rigenerazione neurale, il tensore di diffusione si candida a essere uno degli strumenti più rivoluzionari della neurologia moderna.
Bacci ha concluso con un messaggio di speranza: «C’è ancora molto lavoro da fare, ma la direzione è quella giusta. Ogni lesione midollare non sarà più solo un’immagine statica, ma una storia dinamica che la tecnologia può finalmente iniziare a raccontare».
Riabilitazione rigenerativa, un approccio innovativo che mira a sfruttare le capacità del sistema nervoso per migliorare la qualità di vita dei pazienti: ne ha parlato a lungo la professoressa Laura Calzà, Direttore della Attività Scientifica al MRI
Riabilitazione rigenerativa, un approccio innovativo che mira a sfruttare le capacità del sistema nervoso per migliorare la qualità di vita dei pazienti: ne ha parlato a lungo la professoressa Laura Calzà, Direttore della Attività Scientifica al MRI secondo la quale, superando il tradizionale paradigma che vedeva il sistema nervoso centrale come un sistema statico e non rigenerabile, la ricerca scientifica sta dimostrando come il cervello possegga sorprendenti capacità di riparazione e plasticità. «Una volta si riteneva che, terminato lo sviluppo, la capacità di crescita e rigenerazione degli assoni e dei dendriti – ha detto – si arrestasse inesorabilmente ma oggi possiamo affermare che neuroriparazione e rigenerazione non sono più un tabù».
Le cellule chiave: i precursori degli oligodendrociti. Secondo Calzà Il fulcro della ricerca sono i precursori degli oligodendrociti, cellule capaci di produrre mielina con una plasticità sorprendente. Questi «piccoli precursori» rappresentano dal 5 all’8 percento delle cellule del sistema nervoso centrale e possono trasformarsi in cellule mielinizzanti se opportunamente stimolate. Le ricerche dimostrano infatti che tali cellule sono sensibili all’attività neurale, percepiscono stimoli meccanici come il flusso sanguigno e possono essere “guidate” attraverso training motorio specifico
Nuove prospettive terapeutiche. La «riabilitazione rigenerativa» apre scenari terapeutici rivoluzionari, suggerendo che periodi tradizionalmente considerati “passivi” dopo una lesione neurologica possono invece rappresentare finestre terapeutiche preziose. «Il nostro obiettivo», dichiara Calzà, «è esplorare i fenomeni biologici di base pensando sempre a come possiamo utilizzarli per migliorare concretamente la vita dei pazienti».
Un approccio sinergico. Il metodo si basa su una stretta collaborazione tra ricerca preclinica e clinica, con l’obiettivo di trasformare le scoperte scientifiche in trattamenti concreti. «La riabilitazione», conclude la professoressa, «si tiene fortemente legata alla ricerca in tutti i suoi aspetti. È attraverso questa sinergia virtuosa che possiamo raggiungere l’obiettivo finale: migliorare la cura dei nostri pazienti».
Secondo il Ministro per le Disabilità, Alessandra Locatelli, che ha raccolto la proposta del Commissario Straordinario dell’Istituto di Montecatone, Mario Tubertini, entrambi nella foto, «la costituzione di una rete delle unità spinali italiane, è doverosa».
Secondo il Ministro per le Disabilità, Alessandra Locatelli, che ha raccolto la proposta del Commissario Straordinario dell’Istituto di Montecatone, Mario Tubertini, «la costituzione di una rete delle unità spinali italiane, è doverosa».
Locatelli ne ha parlato con il board di Direzione del MRI riunitosi in occasione della visita dello stesso Ministro in Istituto. «Credo – ha detto – che nel giro di qualche mese questo tema dovrà essere portato attorno a un tavolo per strutturare, davvero, un impianto di comunicazione di scambio di buone pratiche che può solo portare quest’eccellenza a far parte di una più grande, ossia il nostro Paese».
Locatelli ha convenuto con Tubertini secondo il quale «la mancanza di un’articolazione organizzativa delle Unità Spinali in Italia oggi non è più sopportabile e purtroppo rischia di rendere ancora più marginale questo settore che, al contrario, diventa ogni giorno più denso di aspetti innovativi. La possibilità di agire in Rete – aveva aggiunto il Commissario Straordinario – darebbe un impulso straordinario alla ricerca, consentirebbe di lavorare portando a sistema le “buone pratiche” di ciascuno, consentirebbe di dare voce più robusta a questo nostro mondo: dobbiamo continuare ad investire nell’intelligenza umana».
A Montecatone, come si ricorderà, ha sede la più grande Unità Spinale del Paese – diretta da Laura Simoncini – con 88 posti letto in dotazione, una delle più capienti in Europa.
Il Montecatone Rehabilitation Institute ha portato a termine un’importante collaborazione con Fondazione Soleterre ETS, Ospedale Clinico Cittadino N. 4 del Consiglio Comunale di Dnipro e la Prima Unione Medica Territoriale di Lviv, al fine di «rafforzare la capacità degli ospedali ucraini nel campo della riabilitazione».
Il Montecatone Rehabilitation Institute ha portato a termine un’importante collaborazione con Fondazione Soleterre ETS, Ospedale Clinico Cittadino N. 4 del Consiglio Comunale di Dnipro e la Prima Unione Medica Territoriale di Lviv, al fine di «rafforzare la capacità degli ospedali ucraini nel campo della riabilitazione». Quest’accordo, sancito da un memorandum d’intesa, si inserisce nell’ambito del progetto di “Rafforzamento della capacità degli ospedali di Lviv, Kyiv e Dnipro di rispondere, gestire e trattare le emergenze complesse legate alle vittime di ordigni esplosivi” finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS).
L’Istituto, riconosciuto a livello internazionale per la sua eccellenza nella riabilitazione di pazienti mielolesi o con gravi cerebrolesioni acquisite, ha messo a disposizione strutture e personale specializzato per la formazione multidisciplinare di dieci colleghi ucraini provenienti dagli ospedali di Lviv e Dnipro, accolti a Montecatone nei giorni scorsi.
Il gruppo – composto da 2 medici, 1 psicologa, 3 terapisti occupazionali e 4 fisioterapisti, tutti giovanissimi – era accompagnato dall’Health specialist per l’Ong milanese Soleterre, Dario Mariani, e dalla project manager dell’Ong ucraina Zaporuka, Nataliia Tatarenko.
Il programma formativo è stato arricchito anche dal ricevimento della delegazione in Comune, visitato con il sindaco Marco Panieri e dalla graditissima visita all’Autodromo cittadino.
Dalla riunione di fine stage è emersa grande soddisfazione dei partecipanti per la qualità delle competenze osservate e messe in pratica in reparto; particolare gratitudine per la disponibilità sia a condividere le novità scientifiche più eclatanti, per esempio partecipando al congresso promosso da Montecatone sulle nuove tecnologie in riabilitazione, sia le metodiche che possono essere concretamente utili alle persone traumatizzate anche laddove non ci sia la possibilità di utilizzare strumenti sofisticati.
Il coordinatore delle attività riabilitative dell’ospedale di Lviv, Oleg Bilianskyi, ha evidenziato che «il livello dello stage è andato oltre alle più alte aspettative», dando concreti spunti organizzativi utili per l’apertura della nuova Unità Spinale “Unbroken” avvenuta il 4 novembre e augurandosi di poter impostare ulteriori confronti, coinvolgendo anche il personale infermieristico; Tatarenko ha ringraziato per l’estrema flessibilità con cui il programma è stato adattato giorno per giorno per andare incontro alle richieste e alle curiosità espresse dai giovani tirocinanti. Per il gruppo di operatori italiani, infine, la condivisione dei propri saperi con i colleghi ucraini è stata una preziosa occasione sia umanamente sia professionalmente.
«La sinergia tra Soleterre, l’Istituto di Riabilitazione di Montecatone e gli ospedali ucraini ha creato un programma di formazione che dagli stessi team di riabilitazione che operano in Ucraina viene sentito come fondamentale per rafforzare le proprie competenze e rispondere anche alle nuove necessità sorte nel settore dopo l’inizio dell’invasione, nel febbraio 2022. I professionisti che hanno partecipato a questo training porteranno le loro nuove conoscenze ai colleghi, non solo nei reparti, ma anche negli altri ospedali seguendo il modello di formazione a cascata, che assicura la diffusione di quanto appreso con conseguente beneficio di tutti i pazienti dei reparti di riabilitazione nel paese.» ha sottolineato Mariani.
«Il nostro impegno – spiega il Commissario Straordinario di MRI, Mario Tubertini – è stato finalizzato a fornire un contributo concreto per migliorare le capacità di risposta e trattamento delle emergenze nelle strutture ospedaliere ucraine; in questo impegno abbiamo coinvolto anche i colleghi del centro protesi di Vigorso, purtroppo ancora chiuso per i danni creati dall’alluvione. Per noi sarà un privilegio poter continuare questa collaborazione».
Il progetto è parte dell’Iniziativa di emergenza a favore della popolazione colpita dal conflitto in Ucraina e nei Paesi limitrofi con cui l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, attraverso il sostegno alle Organizzazioni della Società Civile italiane, internazionali e locali fornisce aiuti umanitari a oltre 900.000 persone, rinnovando il proprio impegno verso la popolazione civile dopo un primo intervento nel 2022.
Soleterre è una ONG che nasce nel 2002 per tutelare il benessere psicologico e fisico delle persone in ogni parte del mondo. In particolare, quelle che vivono un trauma a causa di guerra, malattia, povertà, emarginazione. Da oltre 20 anni interviene in Ucraina nel campo dell’oncologia pediatrica, finanziando la riqualificazione di reparti ospedalieri e supportando le famiglie con accoglienza gratuita e acquisto di farmaci.
Dall’inizio della guerra in Ucraina assiste la popolazione vittima della crisi umanitaria in corso con supporto psicologico d’emergenza e, in particolare per i bambini colpiti nei combattimenti, attraverso riabilitazione fisica, neuromotoria e terapia occupazionale. Dall’inizio della guerra ad oggi Soleterre ha assistito oltre 23 mila persone.
Mario Tubertini, Commissario Straordinario del Montecatone Rehabilitation Institute di cui è già stato Direttore Generale. Al convegno organizzato dal nostro Istituto ha proposto la creazione di una Rete Nazionale delle Unità Spinali.
Il Commissario Straordinario di MRI, Mario Tubertini, riassume i temi trattati durante il suo intervento al convegno svoltosi a Bologna nelle scorse settimane durante il quale ha anche proposto la creazione di una rete nazionale delle unità spinali per, ha detto tra le altre cose, «condividere le risorse e le esperienze, aumentando così l’impatto della ricerca e l’efficacia dei trattamenti». Nella clip Tubertini sottolinea anche l’influenza crescente dell’intelligenza artificiale nel campo della sanità, soprattutto nella riabilitazione delle lesioni spinali e cerebrali.
Per sentire l’intervista completa clicca QUI
Laura Simoncini, Direttore dell’Unità Spinale spiega l’idea alla base del meeting.
Bilancio estremamente positivo del convegno organizzato a Bologna da MRI anche per Laura Simoncini, Direttore dell’Unità Spinale secondo la quale “l’idea di questo meeting era nata dalla necessità di avere delle risposte in merito all’inserimento della tecnologia nella riabilitazione”. Secondo Simoncini “ci sono state molte sorprese di ulteriori spunti per il futuro”.
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Romano Prodi, intervistato da Raffaella Cesaroni al convegno organizzato dal Montecatone Rehabilitation Institute dal titolo RehabEvolution, discute delle sfide che l’Europa deve affrontare nell’ambito della ricerca, dell’innovazione e della politica sanitaria.
Romano Prodi, intervistato da Raffaella Cesaroni al convegno organizzato dal Montecatone Rehabilitation Institute dal titolo RehabEvolution, discute delle sfide che l’Europa deve affrontare nell’ambito della ricerca, dell’innovazione e della politica sanitaria. L’ex Presidente del Consiglio e della Commissione Europea si sofferma anche sui problemi del sistema sanitario italiano, evidenziando la necessità di una riforma forte e di un aumento delle risorse, ma sottolinea anche le difficoltà di cambiare un sistema che è profondamente radicato nella cultura e nella politica italiane.
Per Prodi, in particolare, è assente il dialogo con le categorie che operano nella sanità e auspica in questo senso la creazione di un “cenacolo della Salute” che riunisca esperti e operatori per elaborare un programma condiviso. Non solo: manca un piano a lungo termine che garantisca un aumento costante delle risorse e una visione di lungo periodo e persiste una forte resistenza al cambiamento da parte delle categorie che operano nella sanità che, pur essendo piccole e coese, esercitano un forte potere politico.
Questo, secondo il politico, impedisce di attuare le modernizzazioni necessarie per adeguare il sistema alle nuove esigenze.
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C’è tempo fino all’8 ottobre per iscriversi al Master interuniversitario biennale in Gestione multidisciplinare del paziente con mielolesione, le cui lezioni, in modalità didattica a distanza, inizieranno il 1° dicembre 2024.
C’è tempo fino all’8 ottobre per iscriversi al Master interuniversitario biennale in Gestione multidisciplinare del paziente con mielolesione, le cui lezioni, in modalità didattica a distanza, inizieranno il 1° dicembre 2024.
Il Master è rivolto a personale medico e sanitario interessato a sviluppare competenze specifiche nella gestione delle persone affette da mielolesione, una condizione complessa che richiede preparazione approfondita per affrontare le fasi acute, croniche e il reinserimento socio-lavorativo, secondo il modello biopsicosociale della Spinal Cord Injury Medicine.
L’obiettivo è formare professionisti capaci di diagnosticare, gestire le complicanze mediche e strutturare percorsi riabilitativi multidisciplinari e personalizzati, in linea con le più recenti linee guida internazionali. Il programma include un approfondimento delle nuove tecnologie e dell’intelligenza artificiale, strumenti innovativi nel percorso di cura e assistenza ai pazienti con mielolesione.
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